Skip to content

Strategie di pricing al FreelanceCamp

Data articolo: 5 July, 2017
Data ultima modifica: 18 July, 2025
Strategia di pricing per freelance sull'orlo di una crisi di nervi
Autore:
Quanto vale il lavoro di un freelance? Al FreelanceCamp per ragionare sulle strategie di pricing. Una giornata di incontro, scambio e ispirazione, tra freelance per ascoltare tanti speech interessanti.

Il FreelanceCamp cresce ogni anno, e ogni anno è un’occasione di crescita. Condivisa e collettiva, anche se è organizzato e rivolto a persone che amano essere e lavorare in modo indipendente. Io, che sono nato freelance, mi sento a casa.

Per chi non lo conoscesse, il FreelanceCamp è tante (belle) cose: un incontro-confronto tra freelance, un momento per parlare del proprio lavoro e scoprire come migliorarlo, una fucina di ispirazioni e idee, oltre che un evento che registra sempre il tutto esaurito e che quest’anno, per la sua quinta edizione, si è addirittura sdoppiato. Al classico appuntamento al Boca Barranca di Marina Romea (RA) è stata aggiunta una data romana che si è tenuta due settimane fa, con speech interessanti e stimolanti che potete visionare qui.

Con il collega Gianluca Fiscato, abbiamo scelto di fare da sponsor a questa splendida iniziativa, scegliendo di “mettere i freelance al centro” e proponendo un argomento che credo stia molto a cuore a tutti i lavoratori indipendenti: il valore da dare al proprio lavoro.

definire le strategie di pricing partendo dal gioco

Contrariamente alle aziende, che possono sempre contare sulla scalabilità di macchinari e dipendenti, per un freelance “dare un prezzo al proprio valore” è infatti il fattore preponderante per la qualità della propria vita. Come orientarsi tra mercato, costi e ricavi, budget, preventivi e richieste di sconti? È davvero solo la seniority a definire il nostro costo, o ci sono altri fattori?

Nel preparare l’intervento con Gianluca, ho così cercato di sintetizzare e semplificare i deck Ain’t a Game, in modo che ci fosse possibile fornire ai freelance riuniti a Roma punti di vista e di partenza. Più che una formula certa da seguire, quello che volevo proporre era infatti un ragionamento da cui partire per definire le proprie strategie di pricing. Ovviamente non potevo che farlo partendo dal gioco.

Speriamo di esserci riusciti! Per chi fosse curioso, ecco il video dello speech.

*Il metodo inizialmente si chiamava PEOPLE BRANDING. Dal 2020 è diventato AIN’T A GAME.

Copy Credits Marcello Vignola. Photo Credits Sara Soldano.

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

vuoi definire la tua strategia di prezzo?

NEWS POPOLARI

prototipi deck ain't a game

Habemus deck! I prototipi delle scatole sono arrivati!

I primi prototipi dei deck Ain't a Game sono arrivati! Strumenti pratici che compongono il metodo, per scoprire un nuovo modo di fare impresa. Sono scatole da gioco fatte per essere vissute in condivisione, con le persone al centro.

CASI POPOLARI

francesca posocco

Pensare, agire, comunicare in modo strategico: il caso ABS Group

Il caso ABS Group. Creare una relazione strategica con il cliente. Perché ogni strumento di marketing e comunicazione funziona solo se usato nel momento giusto del lifecycle di un cliente.

ARTICOLI POPOLARI

design thinking

L’evoluzione della strategia: il design thinking è morto?

Il design thinking, pur utile nella risoluzione di problemi, abbiamo visto che in qualche modo mostra dei limiti evidenti per la prospettiva futura aziendale. Mentre si comprende l'imperativo di un cambio di paradigma, entra in scena il Futures Thinking, un approccio strategico che riflette l'essenza del design thinking ma si estende oltre le sfide immediate
fashion made in italy

Fashion in crisi, un dramma: 18 negozi chiudono ogni giorno

La crisi del fashion retail italiano rivela un quadro allarmante: 18 negozi chiudono ogni giorno, i consumi interni crollano del 10% e i centri storici, con un -27,5% di attività in Lombardia, rischiano di diventare deserti commerciali. Un grido d’allarme per il made in Italy e il lusso, minacciati da e-commerce selvaggi e da un futuro incerto, dove l’identità della moda italiana pende in bilico.